Satyricon 2.0 – Gian Mario Villalta
SATIRYCON 2.0 – GIAN MARIO VILLALTA
Con la sua riscrittura in chiave contemporanea del capolavoro di Petronio, Gian Mario Villalta dimostra che i classici sono tali non per il loro presunto messaggio universale, ma perché ci mostrano possibilità di vita, forme di immaginazione ed espressione lontane dalla nostra, da cui è possibile attingere per narrare il presente. Protagonista del romanzo è Giuseppe, un giovane assistente universitario, ancora non confermato ricercatore, che insieme a Giorgio e Lucia si trova coinvolto in un viaggio attraverso l’Italia di oggi, andando incontro a continue sorprese, a grottesche avventure e a incontri bizzarri. I nuovi Encolpio, Ascilto e Gitone sono giovani dotati, titolati ma senza incarichi ufficiali, trentenni dal futuro a dir poco incerto che si arrabattano vivendo di espedienti in una società globale fluida e in piena crisi. Sulla falsariga dell’originale Satyricon, Villalta propone rocambolesche avventure – in cui si mischiano amicizia e amore, sesso e impotenza, reale e virtuale – ambientate tra il grigiore della provincia e lo splendore di una Roma imperiale ormai decadente. Affabulazione grottesca della realtà, Satyricon 2.0 è una brillante metafora del nostro tempo: racconta, in una trama che non risparmia mistero e colpi di scena, con prosa graffiante e al contempo scorrevole, le contraddizioni della nostra epoca, con un’ironia dissacrante che non scade mai nel moralismo né nella retorica, pur dipingendone, come Petronio, vizi e costumi.
Gian Mario Villalta (Visinale, 1959) ha esordito come poeta nel 1986, presentato da Antonio Porta su “Alfabeta”.
Tra le sue raccolte poetiche Vedere al buio (Luca Sossella 2007) e, per la collana “Lo specchio”, Vanità della mente (Premio Viareggio). Intensa è anche la sua attività di studioso e di critico. Con Stefano Dal Bianco ha curato
il Meridiano Le Poesie e prose scelte di Andrea Zanzotto. Ha inoltre pubblicato i romanzi Tuo figlio (Mondadori 2004), Vita della mia vita (Mondadori 2006), Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori 2013) e il saggio Padroni
a casa nostra (Mondadori 2009). È direttore artistico di Pordenonelegge.
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